Oggi è impossibile pensare a un sito web senza ottimizzare anche l’aspetto relativo al mobile, quindi alla navigazione da tablet e – soprattutto – smartphone. Ma c’è un aspetto che sembra ancora molto lontano che però fa passi da gigante: stiamo parlando della voice search. Ovvero delle ricerche effettuate con la voce.

Noi sappiamo che c’è una fetta sempre maggiore di individui che usano il cellulare per navigare sul web. Possiamo parlare di e questo ci permette di raggiungere una riflessione: cambiano i modi di navigare ma anche di cercare le informazioni. Qual è la naturale evoluzione della digitazione delle query con la tastiera?

Voice search

Tempo speso su app secondo We Are Social.

L’uso delle dita sullo schermo, è ovvio. Ma la rivoluzione è altrove, vale a dire nell’uso della voce. Un comando condiviso – Alexa, Ok Google, Ehi Siri – attiva un’intelligenza artificiale che conosce, riconosce e si adegua per rispondere.

E se non ti adegui a queste tendenze rischi di rimanere indietro anche nella tua strategia di web marketing. Meglio evitare questa situazione, vero?

Cos’è la voice search, definizione

La ricerca vocale riguarda l’uso della voce umana per interrogare il motore di ricerca o, più in generale, una forma di intelligenza artificiale in grado di eseguire un comando per soddisfare un’esigenza del pubblico che esige qualcosa.

Quindi, più in generale, la voice (o vocal) search è il modo in cui le persone interagiscono con la macchina. Prima si digitava sui tasti, oggi si parla e si chiede attraverso la parola. Questa transizione, ovviamente, non è ancora terminata ma prosegue. E cambia continuamente il modo in cui le persone interagiscono con lo strumento necessario per ottenere le informazioni richieste dall’utente.

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Quanto è diffusa la voice search?

Si tende a considerare questa caratteristica dell’interazione tra uomo e macchina come una rara eccezione. La verità, convalidata da dati concreti, è un’altra e vede la ricerca vocale sempre più presente tra le abitudini degli utenti.

Una panoramica del pubblico statunitense può aiutarci: il 24% degli adulti che vivono negli USA possiede uno smart speaker secondo nationalpublicmedia.com.

Questo significa che sempre più persone conducono ricerche vocali online. In questo prezioso report troviamo anche una chiara definizione dell’aumento delle abitudini legate all’uso via smartphone delle ricerche vocali.

Come funziona la ricerca vocale

Per capire come opera la voice search basta prendere un telefonino Android e dire Ok Google. A questo punto si attiva l’assistente vocale che registra l’audio e per ottenere delle informazioni specifiche, senza raggiungere il browser.

Questa tendenza consente di risparmiare tempo prezioso. Lo stesso si può fare con una qualsiasi altra applicazione sia con smartphone che con gli assistenti vocali domestici come Alexa Echo o Google Nest. Senza dimenticare che la ricerca vocale è sempre più utilizzata anche in auto. Prova a usare uno smart speaker mentre guidi, puoi chiedere qualsiasi informazione senza distrazioni.

Come ottimizzare un sito web?

Spesso si parla di voice search optimization e quindi di un lavoro SEO dedicato a migliorare la capacità di un sito web nell’essere presente nelle risposte che le persone cercano quando effettuano una domanda attraverso la voce.

Keyword research

Bisogna iniziare subito con un dettaglio operativo: non esistono tecniche specifiche, tag particolari o strutture specifiche per ottimizzare un sito web rispetto alle ricerche vocali. Tutto in realtà inizia con una keyword research.

Vale a dire una ricerca delle parole chiave approfondita per individuare le ricerche a coda lunga di stampo conversazionale (come, dove, quando, perché). E che potrebbero corrispondere a query eseguite attraverso la voce.

FAQ

Poi si possono creare delle sezioni FAQ, domande e risposte che corrispondono all’esigenza espressa attraverso la ricerca vocale. In questi casi puoi ottenere dei buoni risultati usando come domanda la query trovata attraverso la keyword research e nella risposta prediligi periodi brevi, diretti, senza fronzoli.

Magari arricchiti con Schema.org che consentono di arricchire le pagine web con elementi in grado di contestualizzare semanticamente i contenuti.

SEO copywriting

Con il Covid-19 c’è stata addirittura un’impennata delle ricerche effettuate con la voce. Secondo emtemp.cloud, il 32% dei consumatori è interessato alla tecnologia che non ha bisogno dell’uso delle mani per evitare contatto e contaminazione.

Questo, però, non vuol dire usare un determinato schema operativo per la stesura dei testi. In realtà la soluzione migliore – anche alla luce dei nuovi sviluppi del motore di ricerca – è quella di scrivere nel modo più discorsivo possibile.

Ricordando però di contestualizzare il copy sulle ricerche locale e legate alle esigenze specifiche. Scrivere per i motori di ricerca, oggi ancora di più, vuol dire creare contenuti utili per gli utenti.

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Appare chiaro che oggi non possiamo ignorare l’importanza della voice search, soprattutto in determinati settori in cui l’uso della parola diventa sempre più importante per effettuare una query di ricerca. Per realizzare un sito web adatto a questi nuovi scenari dobbiamo partire da una base mobile friendly in grado di mettere da parte la semplice scelta di un template responsive: questa è la base.

Scegliere un template responsive è ciò che tutti possono e sanno fare anche perché è quasi impossibile trovare un template che non sia adattabile ai vari schermi. Ma il percorso di ottimizzazione per l’user experience va ben oltre e non riguarda solo la scelta di un tema, hai bisogno di sviluppatori e web designer in grado di dialogare con esperti SEO per creare una strategia completa.

Da dove iniziare? Mandaci un’email per avere maggiori informazioni e un preventivo, sia per la realizzazione che per l’analisi preliminare del sito web.